La salvaguardia dell’ambiente passa anche da una parolina breve e semplice, che si sta facendo sempre più largo nel nostro quotidiano. È il riuso, e ormai sempre più persone guardano con interesse a questo fenomeno, che non è – attenzione! – semplice riciclo: nulla si smantella e nulla finisce in discarica! Più semplicemente, un oggetto molto usato e molto amato viene riutilizzato, spesso con una funzione diversa, invece di essere buttato.

Dal riuso all’upcycling

Questa pratica in inglese si chiama upcycling. In questo caso il neologismo sta a indicare qualunque lavorazione che trasformi un bene in un nuovo prodotto, con funzioni simili a quelle originali ma anche totalmente diverse – la scelta è individuale! – e che, a conti fatti, è migliore dell’oggetto di partenza sia per qualità che per valore monetario.

Esempi di upcycling nel quotidiano: tappeti e non solo

L’upcycling può sembrare un concetto remoto, salvo poi rendersi conto che è già tutto intorno a noi: pensiamo solo al trend molto recente che vede al centro i tappeti patchwork coloratissimi e caldi che vediamo online su siti come quello di Trendcarpet.

Sono oggetti nati dalla necessità di dare una destinazione d’uso a pezzi troppo piccoli per essere messi in vendita. E con questo modo originale di recuperare materiali non più utilizzabili, è nata una tendenza copiata in tutto il mondo, anche al di là dei tessili per la casa: oggi si fa a gara a comprare tappeti come quelli descritti, non solo perché fanno bene all’ambiente, ma perché risultano essere pezzi unici, ognuno esclusivo. Un modo di dichiarare la propria identità.

Allo stesso modo funzionano le borse dei fratelli Freitag, che ricavano pezzi mai uguali dai teloni dei camion che circolano sulle nostre vie. E ancora: avete mai provato a usare dei cartoni di uova impilati per fare dei comodini leggeri e divertenti? Noi sì!

L’upcycling può anche interessare il mondo dell’arte! I lavori dell’israeliana Nint Levav Packer o della coppia californiana Mark Grieve e Ilana Spector, solo due esempi in una lunga serie di creativi che trasformano in statue e installazioni i resti di biciclette abbandonate. Si risolve un problema di rifiuti e si produce qualcosa di bello con un unico gesto.

E che dire del famoso orinale di Marchel Duchamp? Ben prima che venisse inventato il concetto di riciclo, l’artista francese trasformò un gabinetto in un capolavoro: anche quello, a suo modo, fu upcycling!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *